Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945 fino al 14 aprile 1946, in cui si tennero le elezioni amministrative che portarono all'elezione del primo sindaco di Agrate, Giorgio Balconi, il potere amministrativo fu retto da un gruppo di persone guidate dal maestro Ghisolfi, che facevano parte del C.L.N., il Comitato di Liberazione Nazionale, all'interno del quale io e Giovanni Santambrogio rappresentavamo l'ala cattolica del movimento di Resistenza.
Santambrogio, quasi quarantenne, e il sottoscritto, poco più che trentenne, alla fine del conflitto, in un clima politico piuttosto teso ma vivace, come illustrato da Guareschi nei racconti di Don Camillo e Peppone, ci impegnammo in prima persona per dotare il nascente partito cattolico locale di un'adeguata sede di ritrovo. Con gli amici Antonio Beretta, Ambrogio e Vittorio Ornago, Alfonso Gaviraghi, Alessandro Meregalli, Carlo Sala, Giuseppe Agnelli ed altri, sostenuti e stimolati dal parroco di allora, don Giuseppe Ghiringhelli, organizzammo, una sottoscrizione per la creazione di questa sede. Inizialmente si pensò di affittare un immobile esistente in Piazza Pasquirolo, che allora era quali al limite del centro abitato, ma data la localizzazione poco centrale, si preferì optare per un'altra soluzione più vicina al centro.
Il parroco offrì la possibilità di costruire la sede ex-novo su un terreno in posizione centrale di proprietà della parrocchia, sito in via Madonnina, con l'accordo che le spese di costruzione sarebbero state sostenute interamente dai soci mentre la proprietà sarebbe rimasta alla parrocchia, che avrebbe poi lasciato in uso gratuito il nuovo immobile per nove anni, cui sarebbero seguiti altri nove anni con un affitto modico, ed infine altri novi anni con un affitto a prezzo di mercato.
La proposta venne accettata. Su tale decisione influì l'ottima posizione centrale, il rapporto di fiducia e stima tra i giovani soci e il parroco, ma anche e non da ultimo, il timore che qualora le vicende politiche nazionali fossero volte al peggio, con la salita al potere del comunismo, come nella vicina Yugoslavia, la sede non sarebbe stata confiscata proprio perché appartenente alla parrocchia.
I lavori di costruzione durarono un paio d'anni e, una volta ultimati, i locali furono adibiti a sede sociale: al piano terra il bar e lo spaccio, al primo piano la sala riunioni e un appartamento, previsto a disposizione del gerente dello spaccio. Fu solo a questo punto, a costruzione ultimata che, nell'agosto 1947, venne ufficialmente costituita la Cooperativa che fu intitolata ad Achille Grandi.
Nato a Como nel 1883, e deceduto a Desio nel 1946, quindi l'anno precedente alla costruzione della Cooperativa, Achille Grandi era stato il fondatore nel 1919 delle organizzazioni sindacali cattoliche e uno dei fondatori del Partito Popolare Italiano, Deputato al Parlamento dal 1919 al 1924, fu fautore dell'unità sindacale ed ebbe la carica di Segretario della C.G.I.L. nel 1945, in rappresentanza della corrente democristiana, prima della scissione del 1948 da cui nacquero la CISL e la UIL.